Le politiche Ue si preparano a ridisegnare il futuro della sostenibilità europea
A cura di Andrea Argnani, referente tecnico Gruppo produttori Professionali di Biomasse di AIEL
Si è riunito nei giorni scorsi il gruppo di lavoro interno a Bioenergy Europe sulla sostenibilità dell’intero settore biomasse; all'ordine del giorno le tematiche calde degli ultimi mesi in particolare l’articolo, pubblicato sulla rivista Nature, dal titolo “L’improvviso aumento dell’area forestale europea tagliata dopo il 2015”; sono seguiti poi gli aggiornamenti sulla REDII e sulle politiche relative al ruolo che le foreste svolgono in generale.
Fact checking. Considerata l’importanza e la rilevanza mediatica che l’articolo di Nature ha avuto nel settore, il confronto si è concentrato sui temi e i contenuti attorno ai quali costruire una replica adeguata. Infatti molti dubbi erano già stati sollevati in merito al suddetto articolo su diversi piani. I primi aspetti che erano subito saltati all’occhio, considerata la modalità con cui i dati erano stati ottenuti, era l’affidabilità degli stessi. Infatti, come evidenziato da Ruben Valbuena e da Gherardo Chirici, professori dell’Università di Bangor (Galles), incaricati da EFI, l’istituto Europeo per le Foreste, di fare chiarezza in merito, i dati presi dal satellite e i conseguenti calcoli hanno fortemente sottostimato le perdite di superficie forestale dovute agli eventi climatici estremi che hanno interessato l’Europa negli ultimi anni. In secondo luogo, sono stati evidenziati come i dati raccolti, non direttamente dalle singole Nazioni ma da rilevazioni satellitare, siano fortemente in contrasto con le statistiche di taglio nazionali e in alcuni casi dissimili di parecchi punti percentuali. Il titolo allarmistico e le conclusioni, affrettate e basate su dati non pienamente affidabili, hanno però avuto un forte appeal sulla stampa internazionale e ovviamente sulle associazioni che normalmente si annoverano tra i detrattori del settore. EFI ha quindi ricevuto mandato dal tavolo di lavoro di preparare un articolo di risposta cercando di smantellare tutte le conclusioni parziali e/o faziose che sono state riportate nell’articolo.
Nella seconda parte del webinar gli argomenti si sono spostati invece sugli aspetti delle politiche europee future: RED II e la strategia climatica 2030.
REDII. Per quanto riguarda la RED II, attualmente in fase di revisione, come poi anticipato qualche settimana prima nel tavolo di lavoro del cippato, riporta un grosso, potenziale ostacolo nella stesura dei criteri di sostenibilità che vedono la dicitura whole tree, ossia pianta intera, tra le pratiche da ridurre e/o evitare. Questo crea non pochi problemi soprattutto se si vanno a considerare le colture di pianura a uso energetico, le piante provenienti da diradamenti ed eventuali piante intere provenienti da schianti e altri eventi estremi. In merito è stata quindi richiesta maggior chiarezza e un confronto maggiore in proposito.
Strategia climatica 2030. Per quanto riguarda invece la cosiddetta Climate Law o legge climatica, anch’essa in fase di lavorazione e che dovrebbe essere pronta nella prima bozza entro fine anno, prevederà una serie di indicazioni per i vari stati, aggiornerà gli obiettivi europei al 2030 e al 2050 e darà infine indicazione sulle prossime politiche ambientali europee. Nello specifico la direzione indicata dovrà tenere in considerazione gli aspetti economici di costo/efficienza, quelli di competitività dell’unione e un avanzamento tecnologico generale in termini di efficienza e tecnologie disponibili.
Il tavolo si è poi concluso trattando gli aspetti comunicativi che Bionenergy Europe porta e porterà avanti nei prossimi mesi, principalmente per portare avanti quanto discusso nel tavolo stesso. Le modalità saranno diverse e targettizzate per il potenziale recipiente delle singole comunicazioni.