GSE: biomassa solida 1ª fonte rinnovabile in Italia nel settore termico
Il Gse pubblica il documento Fonti rinnovabili in Italia e in Europa, nel quale fa il punto sulla diffusione delle fonti rinnovabili di energia (FER) a livello nazionale, mettendo a confronto le performance dell'Italia con quelle degli altri Paesi UE, anche alla luce dei target da raggiungere al 2020.
Nel 2019 le FER hanno trovato ampia diffusione, in Italia, in tutti i settori di impiego: termico (10,6 Mtep, pari al 19,7% del totale settoriale), elettrico (9,9 Mtep, 35% del totale settoriale) e trasporti (1,3 Mtep di biocarburanti; la quota settoriale, calcolata applicando i criteri della direttiva 2009/28/CE, è pari al 9%). In particolare, nel settore elettrico la fonte che nel 2019 ha fornito il contributo principale alla produzione di energia da FER è quella idraulica (40,8% della produzione complessiva); seguono solare fotovoltaica (20,5%), bioenergie (16,9%), eolica (16,6%), e geotermia (5,3%). Nel settore termico, invece, le fonti principali sono la biomassa solida (circa 7 Mtep, rifiuti esclusi), utilizzata soprattutto nel settore domestico in forma di legna da ardere o pellet, e le pompe di calore (2,5 Mtep). Nel settore trasporti il contributo principale è fornito dai biocarburanti.
Nel contesto europeo, l'Italia ricopre un ruolo di primo piano in termini di sviluppo delle rinnovabili: occupa infatti il terzo posto in Europa sia per consumi complessivi di energia da FER (dopo Germania e Francia), sia per produzione elettrica da FER (dopo Germania e UK), sia per produzione termica da FER (ancora dopo Germania e Francia); occupa invece il quarto posto per consumi energetici complessivi (120 Mtep).
Considerando la quota dei consumi totali coperta da FER, il nostro Paese è uno dei 14 Stati Membri dell'UE ad aver già raggiunto il proprio obiettivo al 2020 (17%); il dato italiano per il 2019 (18,2%), peraltro, è più alto di quello di altri grandi Paesi europei quali Germania, Francia, UK.