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POLITICA 10-12-2021

Mattarella sullo sviluppo dei territori marginali in occasione della Giornata Internazionale della Montagna

Il Presidente della Repubblica ricorda come risorse importanti, quali agricoltura, energie alternative, gestione forestale, creazione di filiere produttive locali, siano la strada per rilanciare la montagna e garantire alle popolazioni che la abitano un futuro prospero.

Si è svolta ieri, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, istituita dall’ONU a partire dall’anno 2003 e che ricorre l’11 dicembre. Sono intervenuti il direttore generale della FAO, Qu Dongyu, il referente per il Manifesto internazionale dei giovani per la montagna, Magda Ciullo, il Presidente del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata, il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, e il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini. Erano presenti anche rappresentanti dell'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani e dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani.

"Vorrei sottolineare anch'io come l'evidenza con cui si è intesa celebrare quest'anno la Giornata della Montagna meriti apprezzamento. Rappresenta un'attestazione di come sia cresciuta, a livello globale, la consapevolezza del ruolo rivestito dai territori montani per preservare la biodiversità e per difendere le risorse naturali nella grande partita che si sta giocando sul futuro del pianeta. Tra i profili sotto i quali si possono valutare le difficoltà di percorso e le ambizioni per una ripresa efficace che sappia contrastare gli effetti della pandemia, quello dei territori montani si presenta come particolarmente significativo. È negli spazi alpini e appenninici di ogni zona montana che emergono con straordinaria puntualità sia i disagi derivanti dall'essere "periferie", sia le disuguaglianze nell'accesso ai servizi pubblici essenziali, tali da manifestare una vera e propria questione di garanzia di diritti di cittadinanza per gli abitanti di queste aree". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia in occasione della Giornata Internazionale della Montagna che si è svolta al Quirinale.

"Il dovere della Repubblica di garantire i diritti di cittadinanza nelle aree cosiddette marginali rappresenta un tema che unisce, necessariamente, le sorti delle periferie urbane e quelle delle aree rurali e interne, delle montagne; in un'epoca in cui, paradossalmente, assistiamo alla ritirata della presenza umana da quelle che sono le aree verdi per eccellenza del pianeta. Una sfida che dobbiamo raccogliere nel processo di ripresa in questa fase della vita del nostro Paese", ha detto Mattarella. "Si tratta - ha aggiunto il capo dello Stato - del tema dei luoghi "pieni" e dei luoghi "vuoti. Tanti sono i vuoti, a partire da quelli raddoppiati in questa condizione perché mostrano i segni dei terremoti degli ultimi anni lungo l'arco appenninico. Occorre, quindi, porsi il problema di una ambiziosa riprogettazione che, accanto alle spinte alla rigenerazione urbana nelle grandi città, assuma la questione del riabitare alcune zone d'Italia. Con attenzione, vorrei dire, soprattutto, ai "vuoti". Fare riabitare significa riabilitare e, talvolta, realizzare le indispensabili infrastrutture, ambientali e sociali. Innovazione, sostenibilità, sono percorsi essenziali per il nostro futuro. Non possiamo immaginare un futuro in cui il ruolo chiave nella trasformazione del Paese tocchi soltanto agli abitanti di alcuni territori".

La montagna oggi può essere un modello di economia sostenibile al quale guardare i cui equilibri vanno gestiti con saggezza. "Il nostro Paese, nel tempo, ha saputo mettere in campo scelte positive: [...] penso anche al Testo unico in materia di foreste del 2018: si tratta di implementare con coraggio le norme tese a promuovere il nostro patrimonio forestale, nell’ambito delle iniziative assunte anche a livello europeo. È un capitolo significativo, anche in direzione della lotta ai cambiamenti climatici. Il futuro delle genti di montagna - e dei territori in cui essi vivono - è legato alla capacità di saper sfuggire da un lato alla omologazione, dall’altro alla contemplazione di ciò che si è stati; di guardare, invece, coraggiosamente, alla costruzione di un presente che metta a fattor comune tutte le risorse, anche quelle sin qui trascurate: dall’agricoltura, alle energie alternative, alla gestione forestale, alla creazione di filiere produttive locali."
 

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Fonte: Ansa.