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POLITICA 21-04-2022

Su PNRR e teleriscaldamento Bussone di Uncem: "No al metano, sì a minireti alimentate a biomasse legnose"

Il PNRR sta per promuovere il finanziamento di sistemi di teleriscaldamento. Nuove centrali, ammodernamento di impianti esistenti, costruzione di nuove reti efficienti. «Siamo convinti - sostiene Marco Bussone, presidente di UNCEM - che sia importante spendere bene 200 milioni di euro disponibili, per 330 chilometri di nuove reti, secondo gli obiettivi dell'intervento stabiliti dallo Stato e comunicati a Bruxelles. Dobbiamo agire per ridurre emissioni di gas serra e per rispondere alla crisi energetica in corso».

Proprio per questo, Uncem, in accordo con Associazioni di settore come FIPER e AIEL, ritiene inopportuno finanziare reti alimentate da impianti a metano. I costi negli ultimi mesi, per i cittadini allacciati in città a questo tipo di reti, dipendenti dall'estero, sono cresciuti anche del 70%. Mentre sono rimasti immutati i costi con reti di teleriscaldamento alimentati da impianti che usano cippato di legno, biomasse forestali da filiera corta e cortissima. Prodotte cioé grazie all'uso a cascata del legno, grazie a una gestione sostenibile del bosco, creando valore, eliminando emissioni in atmosfera.

Il caso di Pomaretto è solo uno di molti sulle Alpi e sugli Appennini. No al metano, si alle fonti rinnovabili, come il legno. Tantopiù in un Paese forestale come l'Italia, che ha 11 milioni di ettari di bosco. Migliaia sono i posti di lavoro potenziali lungo le filiere bosco-legno, non solo per energia. Ma devono essere filiere corte, di valle. Che dunque riducano, eliminino la dipendenza di materia prima legnosa dall'estero. La tecnologia è evoluta, azzera le emissioni, è a prova di cambiamento climatico.

Oggi l'Italia, dopo 50 anni senza politiche forestali, importa il 95% del legno che utilizza. Dopo decenni di miopia finalmente abbiamo una legge forestale e una Strategia forestale. Il PNRR, come ha scritto oggi Uncem ai Ministri Cingolani e Patuanelli, ha la grande occasione per fare una scelta di campo. Il metano va bene nelle aree urbane e manco in tutte. Mentre il teriscaldamento in montagna, nelle zone rurali e interne del Paese, si fa con biomasse, legno vergine, che proviene dai boschi attorno ai paesi, in continua crescita. Boschi gestiti, non abbandonati. Aumentano i piani forestali di gestione, aumentano le superfici forestali certificate. C'è un cambio di passo in Italia positivo.

«Dobbiamo fare meglio e di più - conclude Bussone - Scegliere di essere un Paese che ha nelle foreste gestite una risposta alle crisi. Austria, Svizzera e molte regioni tedesche ci insegnano che le foreste sono una risorsa vera. Da gestire bene. E ci dicono che il teleriscaldamento a legno, senza emissioni, è possibile. Dobbiamo farlo con politiche vere, strutturali, durature. Non si perda l'occasione con il prossimo bando sul teleriscaldamento del PNRR».